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Roma, 13 aprile 2021. Ancora chiusi dentro casa. Ancora chiusi ad ingrassare a più non posso. Il nostra amato PALLONE è visibile solo ai campionati prof, quelli dove il dio-denaro la fa da padrone. E noi umili dilettanti amatoriali zitti a cuccia. Il governo Conte e poi il governo Draghi hanno deciso di volerci profondamente abbattere tenendoci chiusi dentro le nostre abitazioni, in città nei paesi, nelle ville e nei monolocali di dove siamo soliti abitare. E’ un anno che non sentiamo il profumo dell’erba sintetica. E’ un anno che non ci prepariamo il borsone con maglie, pantaloncini e calzettoni da gioco. E’ un anno che ALTRI hanno deciso PER NOI sul divieto del nostro amato sport “più bello del mondo”. Hanno sacrificato la gioia dei bambini delle scuole calcio, la crescita degli esordienti, l’adolescenza dei giovanissimi, la spensieratezza degli allievi, l’agonismo dei juniores fino a salire alle categorie più nostre. E’ come se ci avessero costruito delle case senza una porta, senza una finestra. Tutte pareti. Da dove non si esce e dove non si vede mai un raggio di sole. Quel sole che ci permetteva di attraversare tutto il campo, da fondo a fondo, da sinistra a destra. Oppure quei riflettori che ci facevano vivere notti magiche come se fossimo giocatori dei mondiali e invece giocavamo solo al campetto sotto casa, del centro sportivo o della parrocchia limitrofa.  

E le urla degli allenatori, che rimproveravano il bambino che faceva passare il diretto avversario. O che sgridavano il centravanti che non aveva segnato un gol semplice.  E poi c’erano gli allenatori esaltati che potevi chiamarli Guardiola o Klopp ma che invece facevano il portalettere o il commerciante o il manovale. E poi erano lì al campo, con la tuta sociale o la giacca a dare indicazioni a chi indicazioni non ne vuole. 

Poi c’erano gli arbitri, quelli che fischiavano a rotta di collo per far capire alla gente “hey qui comando io” e ogni minimo contatto erano due punizioni. E poi c’era la protesta del giocatore quello vile, quello che chiacchiera dalle 8 del mattino a fino a mezzanotte senza capirci una mazza di mezza regola di gioco. Però si sente Messi, che gli fa… 

I cartellini. Giallo. Poi rosso. E l’azzurro regnante ai campionati CSI. Quanti cartellini sventolati in faccia. Oggi no. Li vediamo solo in tv, ma non importa se siano per Inter Milan Juve Napoli Atalanta Lazio Roma Sassuolo Sampdoria e via dicendo. So solo che non sono i nostri cartellini. Sono i loro, perché adesso è LORO il pallone. E‘ sempre stato loro ma oggi lo è di più perché noi NON abbiamo più il nostro. 

Oggi noi possiamo scegliere se diventare TENNISTI (I love tennis) PADELISTI, CICLISTI o CORRIDORI. E si perché non abbiamo altre scelte, chi decide per noi ci ha dato questi 4 sport – SEMPRE BELLI EH, PER CARITA’ NESSUNA OFFESA – ma dobbiamo abbandonare il nostro amato PALLONE.   Chissà quando potremo tornare a calcare l’erba sintetica o la pozzolana… ce lo permetteranno dentro le bare?